Nella Vigna del Presidente: i Grandi Classici dei Poderi Luigi Einaudi
07-03-2016 - Per Bacco!

Dai vigneti del Piemonte al Quirinale. Forse non tutti sanno che Luigi Einaudi, Presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955, fu anche un grande appassionato di viticoltura e illuminato produttore di vini nella zona di Dogliani, oggi famosa per essere riconosciuta come patria del Dolcetto DOCG nella parte bassa delle Langhe.
Proprio a Dogliani il futuro Capo dello Stato si trasferisce dopo la morte del padre e qui, a soli 23 anni, acquista la Cascina San Giacomo e 40 giornate piemontesi di vigna. Per chi non lo sapesse la cosiddetta "Giornata Piemontese" è un´antica unità di misura, ancora utilizzata al giorno d´oggi in ambito agricolo, che corrisponde a quasi un acro di terreno. Ebbene, grazie al professor Einaudi e al suo grande impegno svolto sempre con passione anche quando si trovava all´apice della carriera politica, il Dolcetto conquista progressivamente quella notorietà che oggi lo pone indiscutibilmente tra i vini di maggior successo nel panorama enologico italiano.
Una passione di famiglia. Gli eredi hanno infatti saputo cogliere e sviluppare il grande patrimonio e oggi, grazie anche ai continui investimenti volti a migliorare sempre di più le tecniche di produzione, ma sempre nel pieno rispetto della tradizione, i Poderi Luigi Einaudi (www.poderieinaudi.com) si collocano a pieno titolo tra le Cantine di riferimento delle Langhe Piemontesi, non solo per la produzione del Dolcetto ma anche per le splendide etichette di Barolo e Barbaresco.
La zona di produzione del Dogliani DOCG si trova, come dicevamo, nel sud del Piemonte nella parte bassa delle Langhe. Qui il clima è decisamente congeniale alla coltivazione del Dolcetto: si tratta infatti di un´uva che predilige un clima fresco ed equilibrato, così da poter conservare i suoi profumi delicati.
Dalle vigne particolarmente vocate dei Poderi Luigi Einaudi, nascono le numerose etichette della più tradizionale produzione vinicola piemontese. Ma tra queste le più rappresentative sono quelle che prendono vita dal vigneto Tecc, che per l´esposizione privilegiata, oltre a essere uno dei primi terreni acquistati dal Presidente, è considerato uno dei migliori per la realizzazione del Dolcetto DOCG.
Il Dogliani Superiore, che da disciplinare deve invecchiare per almeno un anno, si contraddistingue per il suo austero color rubino dai bordi purpurei. Al naso esprime un intenso e ricco effluvio di frutti selvatici in confettura e note speziate di pepe e cardamomo. All´assaggio si impone per freschezza e sapidità, rilasciando un sapore gradevolmente tannico e un finale piuttosto lungo, caratterizzato da inconfondibili aromi balsamici.
Il Dogliani DOCG, invece, si presenta al calice agghindato in un elegante color porpora. Cattura l´olfatto grazie a un´esplosione di profumi fruttati, come amarena, ciliegia e mirtilli. In bocca appare corposo, fresco, con una piacevolissima scia minerale e un finale ammandorlato.
Inconfondibile per la sua etichetta che riproduce in rosso su sfondo nero la firma del Presidente, ecco il Langhe Rosso Luigi Einaudi DOC. Nato nel 1997 per celebrare il centenario dell´azienda, si tratta di un sapiente assemblaggio di uve Cabernet, Merlot, Barbera e Nebbiolo e si presta perfettamente a un invecchiamento di lunga data. Spettacolare al calice per l´impenetrabile color rubino. Seduce il naso con toni erbacei, piccoli frutti rossi, tamarindo, menta, note balsamiche e spezie dolci. In bocca è appagante: morbido, elegante e dai tannini ben equilibrati e bilanciati.
Chiude lungo sul finale rilasciando un´impronta saporita e coerente con quanto espresso in apertura. Eccezionale in abbinamento allo stracotto di manzo.
Proprio a Dogliani il futuro Capo dello Stato si trasferisce dopo la morte del padre e qui, a soli 23 anni, acquista la Cascina San Giacomo e 40 giornate piemontesi di vigna. Per chi non lo sapesse la cosiddetta "Giornata Piemontese" è un´antica unità di misura, ancora utilizzata al giorno d´oggi in ambito agricolo, che corrisponde a quasi un acro di terreno. Ebbene, grazie al professor Einaudi e al suo grande impegno svolto sempre con passione anche quando si trovava all´apice della carriera politica, il Dolcetto conquista progressivamente quella notorietà che oggi lo pone indiscutibilmente tra i vini di maggior successo nel panorama enologico italiano.
Una passione di famiglia. Gli eredi hanno infatti saputo cogliere e sviluppare il grande patrimonio e oggi, grazie anche ai continui investimenti volti a migliorare sempre di più le tecniche di produzione, ma sempre nel pieno rispetto della tradizione, i Poderi Luigi Einaudi (www.poderieinaudi.com) si collocano a pieno titolo tra le Cantine di riferimento delle Langhe Piemontesi, non solo per la produzione del Dolcetto ma anche per le splendide etichette di Barolo e Barbaresco.
La zona di produzione del Dogliani DOCG si trova, come dicevamo, nel sud del Piemonte nella parte bassa delle Langhe. Qui il clima è decisamente congeniale alla coltivazione del Dolcetto: si tratta infatti di un´uva che predilige un clima fresco ed equilibrato, così da poter conservare i suoi profumi delicati.
Dalle vigne particolarmente vocate dei Poderi Luigi Einaudi, nascono le numerose etichette della più tradizionale produzione vinicola piemontese. Ma tra queste le più rappresentative sono quelle che prendono vita dal vigneto Tecc, che per l´esposizione privilegiata, oltre a essere uno dei primi terreni acquistati dal Presidente, è considerato uno dei migliori per la realizzazione del Dolcetto DOCG.
Il Dogliani Superiore, che da disciplinare deve invecchiare per almeno un anno, si contraddistingue per il suo austero color rubino dai bordi purpurei. Al naso esprime un intenso e ricco effluvio di frutti selvatici in confettura e note speziate di pepe e cardamomo. All´assaggio si impone per freschezza e sapidità, rilasciando un sapore gradevolmente tannico e un finale piuttosto lungo, caratterizzato da inconfondibili aromi balsamici.
Il Dogliani DOCG, invece, si presenta al calice agghindato in un elegante color porpora. Cattura l´olfatto grazie a un´esplosione di profumi fruttati, come amarena, ciliegia e mirtilli. In bocca appare corposo, fresco, con una piacevolissima scia minerale e un finale ammandorlato.
Inconfondibile per la sua etichetta che riproduce in rosso su sfondo nero la firma del Presidente, ecco il Langhe Rosso Luigi Einaudi DOC. Nato nel 1997 per celebrare il centenario dell´azienda, si tratta di un sapiente assemblaggio di uve Cabernet, Merlot, Barbera e Nebbiolo e si presta perfettamente a un invecchiamento di lunga data. Spettacolare al calice per l´impenetrabile color rubino. Seduce il naso con toni erbacei, piccoli frutti rossi, tamarindo, menta, note balsamiche e spezie dolci. In bocca è appagante: morbido, elegante e dai tannini ben equilibrati e bilanciati.
Chiude lungo sul finale rilasciando un´impronta saporita e coerente con quanto espresso in apertura. Eccezionale in abbinamento allo stracotto di manzo.
Ludovico Paganelli