L´eccellenza vinicola valdostana nei vini di Les Cretes
18-11-2015 - Per Bacco!

Emozionarsi ad alta quota. Non solo per i suggestivi e pittoreschi panorami che sa regalare la Valle d'Aosta, ma anche e soprattutto per i meravigliosi vini che in questa Regione prendono vita, spesso e volentieri in condizioni davvero estreme. Sì, perché la Strada dei Vini della Valle d'Aosta attraversa vigneti e cantine ubicate proprio ai piedi delle montagne più alte d'Europa: sono i vignerons stessi a raccontare come la passione può dare frutti eccellenti, anche in situazioni geografiche e climatiche talvolta estreme.
I vigneti sono impiantati esclusivamente lungo il corso della Dora Baltea, da Pont-St.Martin al confine piemontese, sino alle falde del Monte Bianco a Morgex, in una zona poco incline alla coltivazione della vite, per il clima rigido, i forti venti e la scarsa piovosità. Ma il duro lavoro dell'uomo, grazie alla costruzione di terrazzamenti e muri a secco, ha trasformato questi terreni impervi in luoghi particolarmente vocati alla produzione dell'unica Denominazione di Origine Controllata: la Vallée d'Aoste.
Risalendo quindi il corso del fiume, si incontrano varie tipologie di vitigni, sia internazionali che autoctoni, che danno origine ai principali vini. Il vitigno più diffuso è il Nebbiolo. Ma attraversando la parte centrale della regione ecco il Muscat, nelle due vesti secca e passita, il Petit Rouge, il Petite Arvine, il Fumin, il Neyret, il Gamay, lo Chardonnay e il Pinot Nero.
In questo contesto meraviglioso, e più precisamente nella panoramica località di Villetos nel comune di Aymavilles, sorge quella che di sicuro è l'Azienda Vinicola più famosa e rappresentativa di tutta la Valle d'Aosta. Stiamo ovviamente parlando di Les Cretes (www.lescretes.it), storica realtà locale ma celebre in tutta Italia e non solo che produce l'intera gamma dei propri vini in un contesto molto particolare, caratterizzato da montagne elevate, pendenze sabbiose e temperature alpine.
È qui che da ben cinque generazioni la famiglia Charrère si occupa con passione e dedizione della lavorazione della terra e dei vigneti. Dando vita a straordinarie etichette realizzate seguendo i valori tramandati di padre in figlio e valorizzando il “terroir” con fedeltà e rispetto delle tradizioni. Con uno sguardo però sempre rivolto a un futuro di innovazione, che permetta di esprimere appieno le potenzialità di un territorio vitivinicolo di montagna come quello valdostano. Senza dubbio un territorio unico e irripetibile.
Come dicevamo prima, i vini di Les Cretes sono tra i più affermati e tra i migliori nel panorama vitivinicolo valdostano e dell'intero Paese. E vantano numerosissimi e prestigiosi premi o riconoscimenti, come i Cinque Grappoli AIS e i Tre Bicchieri del Gambero Rosso per lo Chardonnay Cuvée Bois o gli ottimi piazzamenti nelle classifiche della prestigiosa rivista Wine Spectator per il Fumin e per il Petite Arvine.
Tra i segreti di tutta questa grande qualità, vi è proprio la passione che la Famiglia Charrère ripone nella coltivazione della vite, seguendo le tecniche più rispettose per l'ambiente e vinificando in proprio le uve in gran parte autoctone che crescono sui terreni.
Si è rivelato una piacevolissima sorpresa il Fumin. Il cui nome prende vita dal caratteristico color grigio fumo dei grappoli. Negli anni 70 queste uve rischiarono l'estinzione, ma per fortuna un gruppo di volenterosi e lungimiranti vignerons ne riuscì a mettere in salvo i vigneti. Il Fumin è un vino di eccellente qualità, che merita certamente una diffusione più ampia nelle carte dei vini dei migliori ristoranti. Quello realizzato da Les Cretes si presenta in un bellissimo color rubino porpora, disegna splendidi e fitti archi sui bordi del calice. Eleganti profumi di prugna, more e note minerali avvolgono il naso, mentre il palato è riempito da una morbidezza di rara delizia oltre che da un calore particolarmente intenso. Sul finale permangono rievocazioni di erbe selvatiche. Ottimo su uno spezzatino di cervo.
Ma il vero fiore all'occhiello è lo Chardonnay Cuvée Bois. Realizzato con uve selezione policlonale di Borgogna, racchiude in sé una storia assai curiosa: nasce infatti dall'incontro tra Costantino Charrère e il Conte Gagnard de la Grange, stravagante viticoltore di Puligny Montrachet e noto negli anni 80 per il pregio dei suoi vini. Ebbene, durante una visita in Borgogna, Charrère fu invitato dal Conte a dare dimostrazione di essere un vero viticoltore. Scoprirono in quel momento di avere in comune un antico sistema di potatura della vite e grazie a questo ne nacque una grande amicizia. Lo Chardonnay Cuvée Bois trae ispirazione proprio da tale aneddoto e oggi si colloca a pieno diritto ai vertici delle classifiche italiane e internazionali. Non ha infatti nulla da invidiare ai grandi di Borgogna: affina in botti di rovere francese per 11 mesi ed è un vino che senza dubbio si presta a un lungo periodo di invecchiamento. Al calice appare immediatamente corposo, di color giallo dorato intenso e archetti fini. Al naso esprime intensi sentori di papaya, agrumi, erbe aromatiche e mandorle tostate. Riempie il palato con morbidezza, ma non manca freschezza e brillante mineralità. Nel finale imprime lunghi ritorni boisé. Eccellente in abbinamento al foie gras.
Ludovico Paganelli
I vigneti sono impiantati esclusivamente lungo il corso della Dora Baltea, da Pont-St.Martin al confine piemontese, sino alle falde del Monte Bianco a Morgex, in una zona poco incline alla coltivazione della vite, per il clima rigido, i forti venti e la scarsa piovosità. Ma il duro lavoro dell'uomo, grazie alla costruzione di terrazzamenti e muri a secco, ha trasformato questi terreni impervi in luoghi particolarmente vocati alla produzione dell'unica Denominazione di Origine Controllata: la Vallée d'Aoste.
Risalendo quindi il corso del fiume, si incontrano varie tipologie di vitigni, sia internazionali che autoctoni, che danno origine ai principali vini. Il vitigno più diffuso è il Nebbiolo. Ma attraversando la parte centrale della regione ecco il Muscat, nelle due vesti secca e passita, il Petit Rouge, il Petite Arvine, il Fumin, il Neyret, il Gamay, lo Chardonnay e il Pinot Nero.
In questo contesto meraviglioso, e più precisamente nella panoramica località di Villetos nel comune di Aymavilles, sorge quella che di sicuro è l'Azienda Vinicola più famosa e rappresentativa di tutta la Valle d'Aosta. Stiamo ovviamente parlando di Les Cretes (www.lescretes.it), storica realtà locale ma celebre in tutta Italia e non solo che produce l'intera gamma dei propri vini in un contesto molto particolare, caratterizzato da montagne elevate, pendenze sabbiose e temperature alpine.
È qui che da ben cinque generazioni la famiglia Charrère si occupa con passione e dedizione della lavorazione della terra e dei vigneti. Dando vita a straordinarie etichette realizzate seguendo i valori tramandati di padre in figlio e valorizzando il “terroir” con fedeltà e rispetto delle tradizioni. Con uno sguardo però sempre rivolto a un futuro di innovazione, che permetta di esprimere appieno le potenzialità di un territorio vitivinicolo di montagna come quello valdostano. Senza dubbio un territorio unico e irripetibile.
Come dicevamo prima, i vini di Les Cretes sono tra i più affermati e tra i migliori nel panorama vitivinicolo valdostano e dell'intero Paese. E vantano numerosissimi e prestigiosi premi o riconoscimenti, come i Cinque Grappoli AIS e i Tre Bicchieri del Gambero Rosso per lo Chardonnay Cuvée Bois o gli ottimi piazzamenti nelle classifiche della prestigiosa rivista Wine Spectator per il Fumin e per il Petite Arvine.
Tra i segreti di tutta questa grande qualità, vi è proprio la passione che la Famiglia Charrère ripone nella coltivazione della vite, seguendo le tecniche più rispettose per l'ambiente e vinificando in proprio le uve in gran parte autoctone che crescono sui terreni.
Si è rivelato una piacevolissima sorpresa il Fumin. Il cui nome prende vita dal caratteristico color grigio fumo dei grappoli. Negli anni 70 queste uve rischiarono l'estinzione, ma per fortuna un gruppo di volenterosi e lungimiranti vignerons ne riuscì a mettere in salvo i vigneti. Il Fumin è un vino di eccellente qualità, che merita certamente una diffusione più ampia nelle carte dei vini dei migliori ristoranti. Quello realizzato da Les Cretes si presenta in un bellissimo color rubino porpora, disegna splendidi e fitti archi sui bordi del calice. Eleganti profumi di prugna, more e note minerali avvolgono il naso, mentre il palato è riempito da una morbidezza di rara delizia oltre che da un calore particolarmente intenso. Sul finale permangono rievocazioni di erbe selvatiche. Ottimo su uno spezzatino di cervo.
Ma il vero fiore all'occhiello è lo Chardonnay Cuvée Bois. Realizzato con uve selezione policlonale di Borgogna, racchiude in sé una storia assai curiosa: nasce infatti dall'incontro tra Costantino Charrère e il Conte Gagnard de la Grange, stravagante viticoltore di Puligny Montrachet e noto negli anni 80 per il pregio dei suoi vini. Ebbene, durante una visita in Borgogna, Charrère fu invitato dal Conte a dare dimostrazione di essere un vero viticoltore. Scoprirono in quel momento di avere in comune un antico sistema di potatura della vite e grazie a questo ne nacque una grande amicizia. Lo Chardonnay Cuvée Bois trae ispirazione proprio da tale aneddoto e oggi si colloca a pieno diritto ai vertici delle classifiche italiane e internazionali. Non ha infatti nulla da invidiare ai grandi di Borgogna: affina in botti di rovere francese per 11 mesi ed è un vino che senza dubbio si presta a un lungo periodo di invecchiamento. Al calice appare immediatamente corposo, di color giallo dorato intenso e archetti fini. Al naso esprime intensi sentori di papaya, agrumi, erbe aromatiche e mandorle tostate. Riempie il palato con morbidezza, ma non manca freschezza e brillante mineralità. Nel finale imprime lunghi ritorni boisé. Eccellente in abbinamento al foie gras.
Ludovico Paganelli