L'eccellenza vinicola abruzzese nelle etichette di Farnese
12-11-2018 - Per Bacco!

Nella botte piccola, c'è il vino buono. Un adagio popolare che, nel caso dell'Abruzzo, sembra valere anche per una regione come questa. Con i suoi 36 mila ettari di superficie vitata, il meraviglioso territorio abruzzese, che è prevalentemente montuoso e con pochi spazi dedicati all'agricoltura, ha saputo ritagliarsi nel tempo sempre più ampie nicchie di mercato grazie alla produzione di vini di eccellenza.
Un lento ma costante sviluppo, che oggi ha permesso alle etichette abruzzesi di ottenere finalmente tutti quei meritati riconoscimenti, nazionali e internazionali, sia dal pubblico che dalla critica. Lo dimostrano la crescita qualitativa, l'interesse degli addetti al settore, del mercato e i successi riportati ogni anno nei concorsi nazionali e internazionali. Merito soprattutto di una forte valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni più importanti, oltre a una nuova generazione di enologi e di imprenditori vitivinicoli.
In Abruzzo sono due i vitigni più rappresentativi: il Montepulciano, che da solo si estende per oltre la metà delle coltivazioni, è stata la prima D.O.C. della regione e nella sua produzione, da disciplinare, si può aggiungere anche una piccola parte di Sangiovese. Il risultato è un vino asciutto e corposo. In taluni casi presenta inoltre una buona predisposizione a un invecchiamento moderato.
Poi c'è il Trebbiano, dal quale si ottengono la maggior parte dei vini bianchi, generalmente leggeri e profumati. Infine, accanto ad altre uve locali come Passerina e Pecorino, non mancano i classici internazionali, tra cui Chardonnay, Pinot Bianco e Riesling, Cabernet, Merlot e Pinot Nero.
Tra mare e montagne, vigne e colline, sono circa duecento le cantine che si trovano sparse nell'eterogeneo paesaggio abruzzese, caratterizzato dalla straordinaria opera dell'uomo nell'ambito di un luogo non sempre facile da lavorare.
Tra queste, una nota di merito e di lode va assegnata senza dubbio alla cantina del Gruppo Farnese (www.farnesevini.it), la cui storia è relativamente recente, ma vanta già numerosissimi successi grazie a un'attenzione maniacale votata alla costante ricerca qualitativa. Oggi la produzione di questa grande realtà, di sicuro tra le più importanti del sud Italia, arriva addirittura a sfiorare le venti milioni di bottiglie.
Ma non solo. Il successo di Farnese risiede anche nei vari riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti negli ultimi anni: nel 2016 e 2017 viene nominata "Miglior Produttore d'Italia” da una delle più importanti guide di settore: l' "Annuario dei Migliori Vini Italiani" di Luca Maroni; sempre nel 2017 vine eletta "Produttore dell'Anno 2017" dal prestigioso concorso enologico tedesco "Mundus Vini" e dal giornalista belga Alain Bloeykens; si aggiungano oltre 70 medaglie d'oro e trofei internazionali che hanno impreziosito la bacheca aziendale, tra cui "Wine Spectator Top100 e , non ultimo, il vino Edizione Cinque Autoctoni - bandiera dell'azienda - è stato giudicato "miglior vino dell'anno" per ben 9 volte.
L'Edizione 17 Cinque Autoctoni, realizzata con un sapiente uvaggio di Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Nera, si presenta al calice avvinghiato di un seducente color rubino impenetrabile. Al naso emergono ben distinti effluvi di confettura di mora, prugna, note speziate di cannella e accenni di liquirizia. All'assaggio esplode in tutta la sua struttura ed erompe in eleganza e persistenza, con un tannino straordinariamente vellutato.
Ludovico Paganelli