Joe Petrosino - Arrigo Petacco
Narrativa

Di cosa parla. Questo libro, come detto, si prende la briga di affrontare un fenomeno, quello dell´esportazione di un tipico "prodotto italiano" negli Stati Uniti, complesso e difficile da raccontare. Sia nella sua genesi, sia nei suoi percorsi di sviluppo. Petacco, in questo senso, sceglie di raccontarla dal punto di vista della città di New York e dall´attività del super poliziotto, di origine italiana, Joe Petrosino. Che sacrificò gran parte della propria vita nel tentativo di porre freno a quello che diventò velocemente una vera e propri invasione malavitosa che danneggiava, paradossalmente, prima di tutto gli stessi immigrati italiani e solo successivamente il resto della popolazione povera e debole della città.
Grazia alla tenacia, al fatto che parlasse italiano e alla sua capacità di agire sull´esile confine tra regole e oltrepassa mento delle stesse (più spesso al di là che al di qua) Petrosino seppe conquistarsi fama e approvazione da parte della popolazione e da parte delle autorità cittadine. Ma, contemporaneamente, l´odio e il rancore da parte di capi mafia che videro vacillare il loro nascente impero, sia nella nuova colonia - New York - sia nella madre patria - Italia. E proprio il suo tentativo di attaccare direttamente il vertice della "cupola" attraverso un viaggio a Palermo, all´inizio sotto mentite spoglie, segnarono anche la fine della sua crociata. Che si interruppe tragicamente la sera del 12 marzo 1909 in una deserta Piazza Marina a Palermo. Freddato dagli uomini di quel Don Vito Cascio che per primo trapiantò nel Nuovo Mondo la struttura e la "cultura" della mafia siciliana.
Quindi. Lo stile è il solito. Non delude e avvince pagina dopo pagina. Forse meno maturo ed efficace di altre volte. Due pregi ed un difetto. Primo pregio. Raccontare una storia mai raccontata prima a questi livelli, cioè la vita e la vicenda di Joe Petrosino. Conosciuto forse più negli Stati Uniti che da noi. Con sufficiente dovizia di particolari. Secondo pregio. Collegare questo racconto con i primi timidi - all´inizio - e poi più sfacciati passi della Mafia italiana a New York. Svelandone facce nascoste e collegamenti non così palesi con il retro terra italiano e la connivenza più o meno cosciente delle autorità italiane dell´epoca. Difetto. Il libro è un bel libro, ma sembra un occasione in parte sprecata. C´è qualcosa che non torna nella struttura complessiva del libro, ma confesso che non sono in grado di darne una specificazione. Non scorre come dovrebbe, forse. Ma è un difetto piccolo piccolo, in confronto ai due meriti di questa opera di Petacco. Da leggere.
Grazia alla tenacia, al fatto che parlasse italiano e alla sua capacità di agire sull´esile confine tra regole e oltrepassa mento delle stesse (più spesso al di là che al di qua) Petrosino seppe conquistarsi fama e approvazione da parte della popolazione e da parte delle autorità cittadine. Ma, contemporaneamente, l´odio e il rancore da parte di capi mafia che videro vacillare il loro nascente impero, sia nella nuova colonia - New York - sia nella madre patria - Italia. E proprio il suo tentativo di attaccare direttamente il vertice della "cupola" attraverso un viaggio a Palermo, all´inizio sotto mentite spoglie, segnarono anche la fine della sua crociata. Che si interruppe tragicamente la sera del 12 marzo 1909 in una deserta Piazza Marina a Palermo. Freddato dagli uomini di quel Don Vito Cascio che per primo trapiantò nel Nuovo Mondo la struttura e la "cultura" della mafia siciliana.
Quindi. Lo stile è il solito. Non delude e avvince pagina dopo pagina. Forse meno maturo ed efficace di altre volte. Due pregi ed un difetto. Primo pregio. Raccontare una storia mai raccontata prima a questi livelli, cioè la vita e la vicenda di Joe Petrosino. Conosciuto forse più negli Stati Uniti che da noi. Con sufficiente dovizia di particolari. Secondo pregio. Collegare questo racconto con i primi timidi - all´inizio - e poi più sfacciati passi della Mafia italiana a New York. Svelandone facce nascoste e collegamenti non così palesi con il retro terra italiano e la connivenza più o meno cosciente delle autorità italiane dell´epoca. Difetto. Il libro è un bel libro, ma sembra un occasione in parte sprecata. C´è qualcosa che non torna nella struttura complessiva del libro, ma confesso che non sono in grado di darne una specificazione. Non scorre come dovrebbe, forse. Ma è un difetto piccolo piccolo, in confronto ai due meriti di questa opera di Petacco. Da leggere.
Marco Ravanelli