Il Meraviglioso Mondo di Dubai
11-04-2011 - Viaggiare con Gusto





Prendete New York, toglietele quel nostalgico, unico e irrimediabilmente affascinante grigiore che fa di lei ancora la più bella "signora di mezza età" tra le metropoli del mondo, e vestitela del sole più caldo, della luce più intensa, che solo una superficie come quella di uno specchio lucido può riflettere, assaporate lo sfavillante giovane lusso di uno dei più moderni avamposti della civiltà mediorientale: benvenuti! Vi trovate a Dubai!
Sembra un miraggio fiorito nel deserto il giardino della grande moschea bianca di Jumeirah, a un passo dalle acque turchesi e la sabbia bianca e morbida delle spiagge sotto "la Vela", il primo albergo ad aver ricevuto il riconoscimento delle Sette Stelle nel mondo, là, affacciato sul Golfo Persico (oggi anche "The TownHouse Hotel" in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano vanta lo stesso achivement).
Solamente trent´anni fa, Dubai era, agli occhi del mondo, niente di più che una modesta città, dedita agli scambi di perle e oro, nonché all´estrazione del petrolio, oggi peso piuttosto marginale (circa il 20%) sul bilancio dello stato di questa porzione dei sette Emirates.
Qui il fascino di un Islam moderato e tollerante, è affettuoso e compiacente partner di quell´Occidente che oggi più che mai ha bisogno di crescere e di crescere anche qui, adorno Principato ricco e lungimirante, che desidera darsi quel lustro e importanza degni di un Paese che vuole diventare un vero punto di riferimento per questa parte di Mondo e, complice la globalizzazione, del Mondo intero.
A Dubai la meraviglia pervade gli sguardi di chi osserva: dalla passeggiata della "Marina" lungo quella piccola lingua di mare che si insinua tra i grattacieli e le luci degli hotel più famosi, tra gli yachts e le palme, ai mirabolanti e splendidi prodigi architettonici delle stazioni metropolitane a forma di grande ogiva sdraiata e specchiata. Ogni particolare dentro e fuori gli edifici è curato con la stessa attenzione che un mastro orafo potrebbe usare nel realizzare un gioiello quale è la torre di Burj Khalifa, inaugurata nel 2009, progettata dall´architetto americano Adrian Smith, la più alta del mondo: 823 m e che conta circa 160 piani, sviluppo tridimensionale e verticale della forma di un fiore del deserto nel cui giardino di fontane pascola indisturbato uno dei massicci cavalli neri di Botero e vicino alla quale si può andare a sciare nell´unica pista da sci indoor esistente sulla faccia della terra chiusa in un immenso centro commerciale; strade grandi rigorosamente a quattro corsie, veloci e ordinate permettono di raggiungere ogni angolo della città, tanto che il milione e mezzo di abitanti che la popolano (per ben l´80% stranieri!) sembra solo un unico grande osservatore, presente ma infinitamente discreto.
E´ città sicura Dubai, pulitissima, da visitare in tutta tranquillità da soli o in compagnia, a piedi o in taxi, lei è lì, in tutto il suo splendore, a farsi ammirare e scoprire, diva sì, ma non
autoreferenziale, extra lusso sì, ma tanto elegante e di classe da far sì che l´ostentazione diventi solo una sorta di inebriante profumo speziato che eccita gli olfatti digiuni di chi non è avvezzo alla ricerca del bello, moderno, futuristico, dinamico meglio. Dubai è un trionfo nella sua "Palma" nata dal mare e sulle 300 isole dell´arcipelago artificiale di "the World" e non è scontata: è oggettivamente straordinaria e unica come il tramonto tra le dune di sabbia rossa del suo deserto; è inoltre il simbolo di quell´integrazione possibile, con opportunistica ma auspicabile intelligenza tra diverse civiltà, tra Medio Oriente e Occidente.
Certamente rispolverando un po´di sana saggezza popolare, non è certo "tutto quanto oro ciò che luccica", quindi l´indigenza c´è, ma non si vede, essa è come un fantasma che serpeggia nella vuota e immensa periferia o nei sobborghi e nei vicoli dei souk dell´oro, delle spezie e dei tessuti.
Inoltre Dubai sviluppa e ospita prevalentemente un turismo abbiente, raffinato e di qualità, e offre praticamente soltanto prodotti top class: questo argina quel livellamento di massa che in altri posti nel mondo allontana dal benchmark dell´eccellenza e che quindi mantiene questa località tra le mete da "mille e una notte" per coloro che "si accontentano solo del meglio".
Un´unica nota, se è consentito fare un po´ l´ avvocato del Diavolo: manca un tantino la presenza femminile. Non si vuole affatto dare una connotazione polemica a questa affermazione, ma osservando, sarebbe bello poterla incrociare per strada con la sua dignità, il suo velo ed il suo Credo, con il suo valore e i suoi valori.
Sembra un miraggio fiorito nel deserto il giardino della grande moschea bianca di Jumeirah, a un passo dalle acque turchesi e la sabbia bianca e morbida delle spiagge sotto "la Vela", il primo albergo ad aver ricevuto il riconoscimento delle Sette Stelle nel mondo, là, affacciato sul Golfo Persico (oggi anche "The TownHouse Hotel" in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano vanta lo stesso achivement).
Solamente trent´anni fa, Dubai era, agli occhi del mondo, niente di più che una modesta città, dedita agli scambi di perle e oro, nonché all´estrazione del petrolio, oggi peso piuttosto marginale (circa il 20%) sul bilancio dello stato di questa porzione dei sette Emirates.
Qui il fascino di un Islam moderato e tollerante, è affettuoso e compiacente partner di quell´Occidente che oggi più che mai ha bisogno di crescere e di crescere anche qui, adorno Principato ricco e lungimirante, che desidera darsi quel lustro e importanza degni di un Paese che vuole diventare un vero punto di riferimento per questa parte di Mondo e, complice la globalizzazione, del Mondo intero.
A Dubai la meraviglia pervade gli sguardi di chi osserva: dalla passeggiata della "Marina" lungo quella piccola lingua di mare che si insinua tra i grattacieli e le luci degli hotel più famosi, tra gli yachts e le palme, ai mirabolanti e splendidi prodigi architettonici delle stazioni metropolitane a forma di grande ogiva sdraiata e specchiata. Ogni particolare dentro e fuori gli edifici è curato con la stessa attenzione che un mastro orafo potrebbe usare nel realizzare un gioiello quale è la torre di Burj Khalifa, inaugurata nel 2009, progettata dall´architetto americano Adrian Smith, la più alta del mondo: 823 m e che conta circa 160 piani, sviluppo tridimensionale e verticale della forma di un fiore del deserto nel cui giardino di fontane pascola indisturbato uno dei massicci cavalli neri di Botero e vicino alla quale si può andare a sciare nell´unica pista da sci indoor esistente sulla faccia della terra chiusa in un immenso centro commerciale; strade grandi rigorosamente a quattro corsie, veloci e ordinate permettono di raggiungere ogni angolo della città, tanto che il milione e mezzo di abitanti che la popolano (per ben l´80% stranieri!) sembra solo un unico grande osservatore, presente ma infinitamente discreto.
E´ città sicura Dubai, pulitissima, da visitare in tutta tranquillità da soli o in compagnia, a piedi o in taxi, lei è lì, in tutto il suo splendore, a farsi ammirare e scoprire, diva sì, ma non
autoreferenziale, extra lusso sì, ma tanto elegante e di classe da far sì che l´ostentazione diventi solo una sorta di inebriante profumo speziato che eccita gli olfatti digiuni di chi non è avvezzo alla ricerca del bello, moderno, futuristico, dinamico meglio. Dubai è un trionfo nella sua "Palma" nata dal mare e sulle 300 isole dell´arcipelago artificiale di "the World" e non è scontata: è oggettivamente straordinaria e unica come il tramonto tra le dune di sabbia rossa del suo deserto; è inoltre il simbolo di quell´integrazione possibile, con opportunistica ma auspicabile intelligenza tra diverse civiltà, tra Medio Oriente e Occidente.
Certamente rispolverando un po´di sana saggezza popolare, non è certo "tutto quanto oro ciò che luccica", quindi l´indigenza c´è, ma non si vede, essa è come un fantasma che serpeggia nella vuota e immensa periferia o nei sobborghi e nei vicoli dei souk dell´oro, delle spezie e dei tessuti.
Inoltre Dubai sviluppa e ospita prevalentemente un turismo abbiente, raffinato e di qualità, e offre praticamente soltanto prodotti top class: questo argina quel livellamento di massa che in altri posti nel mondo allontana dal benchmark dell´eccellenza e che quindi mantiene questa località tra le mete da "mille e una notte" per coloro che "si accontentano solo del meglio".
Un´unica nota, se è consentito fare un po´ l´ avvocato del Diavolo: manca un tantino la presenza femminile. Non si vuole affatto dare una connotazione polemica a questa affermazione, ma osservando, sarebbe bello poterla incrociare per strada con la sua dignità, il suo velo ed il suo Credo, con il suo valore e i suoi valori.
Francesca Romana Cacìa