21 Settembre 2023
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I vini del Conero nelle etichette di Conte Leopardi Dittajuti

11-02-2020 - Per Bacco!
Una vera e propria perla della costa adriatica. Il Conero, verde e suggestivo promontorio a picco sul mare, non solo rappresenta una meta turistica da non perdere, ma è anche un punto di riferimento sempre più importante per il mondo del vino e della gastronomia.

Siamo nelle Marche, regione del centro Italia che accanto alle meraviglie naturali, artistiche e culturali propone moltissimi itinerari attraverso paesi che via via si susseguono nell'arco di pochi chilometri, durante i quali è possibile gustare le tipicità del territorio. La vitivinicoltura in questo lembo magico di costa marchigiana è, dopo il turismo, l'attività economica di gran lunga prevalente.

Molti definiscono il parco del Conero come un “parco-vigneto”, perché presenta tutte le caratteristiche grazie alle quali è possibile ottenere vini di altissima qualità. Le condizioni morfologiche e microclimatiche sono uniche al mondo. Il suolo è marnoso, calcareo e di medio impasto, mentre il clima mediterraneo è influenzato dalle frequenti brezze marine che accarezzano le uve. Forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, contribuiscono in maniera decisiva alla realizzazione di vini d'eccellenza.

Nel 2004, la versione “Riserva” del Rosso Conero DOC ha cambiato denominazione, passando così alla più restrittiva legislazione delle DOCG (Denominazioni di Origine Controllata e Garantita).
Il Rosso Conero Riserva DOCG, è dunque la versione più pregiata, perché qualitativamente superiore del Rosso Conero DOC ed è ottenuta da uve coltivate esclusivamente sulle dorsali del monte Conero.

A Numana, circa mezz'ora a sud di Ancona, sorge una delle cantine che meglio sa rappresentare l'essenza dei vini del Conero. Stiamo parlando dell'Azienda Agricola Conte Leopardi Dittajuti (www.conteleopardi.com), un pezzo di storia dell'enologia marchigiana, che realizza una gamma di etichette estremamente articolata e di grande qualità.
La storia di questa azienda è legata a quella dei Conti Leopardi, dinastia antichissima le cui origini affondano addirittura alla metà del IV secolo d.C.
Oggi è Piervittorio Leopardi Dittajuti a tenere in mano le redini della cantina. Una grande professionalità che ha saputo imprimere un passo più moderno all'azienda, grazie all'impianto di nuovi vigneti, all'introduzione di macchinari e attrezzature all'avanguardia, oltre a un metodo di coltivazione ecosostenibile al 100% al fine di salvaguardare un ambiente, quello del Conero, unico al mondo.

Tra i vini di punta firmati Conte Leopardi, troviamo il Conero Riserva DOCG Pigmento. Montepulciano in purezza, viene prodotto solo con i migliori grappoli selezionati a mano. Affina in barrique di rovere francese per circa venti mesi e poi in bottiglia per altri dodici, prima di debuttare in commercio. Al calice è di un intenso rosso rubino. Il panorama olfattivo spazia da amarena, viola e macchia mediterranea. Al palato appare equilibrato, ricco di sapidità e di gran persistenza sul finale. Da abbinare con brasati, formaggi o selvaggina.

Nell'elenco delle DOC Rosso Conero, ecco il tridente magico formato da Casirano, Fructus e Villa Marina. In comune hanno la stessa uva Montepulciano, eppure ognuno differisce per affinamento e caratteristiche. Il Casirano, ad esempio, affina prima in barrique e poi in cantina termocondizionata. Esprime aromi eleganti e al sorso si presenta morbido, con tannini molto fini Il Fructus passa circa otto mesi in acciaio e poi altri due in barrique usate. All'assaggio è equilibrato, molto bevibile e di ottima freschezza. Mentre il Villa Marina ne trascorre sempre otto di mesi in acciaio, ma poi affina in barrique per un anno. È strutturato, ma al tempo stesso anche fresco, grazie a un ottimo equilibrio. Molto persistente il finale, con richiami di frutta e spezie.

Dall'uva autoctona Lacrima, coltivata nelle Marche, solo in alcune aree collinari nella provincia di Ancona, ecco un'altra DOC da non perdere: la Lacrima di Morro d'Alba. Esprime un bel color rubino. Il bouquet spazia da eucalipto, fragola, lampone e nocciola tostata. In bocca emerge per freschezza e ottima progressione sapida, con tannini ben levigati.

Tra i vini a bacca bianca, ci sono le DOC Castelverde Verdicchio Castelli di Jesi e la Risacca Falerio Pecorino. Il primo è un vino moderno e molto elegante. Fresco e dal finale sapido. Appena vendemmiata, l'uva viene raffreddata con ghiaccio secco e poi diraspata. Dopo una pressatura soffice, il mosto viene fatto fermentare per dieci giorni su lieviti selezionati. Segue infine un affinamento in acciaio. I grappoli di Pecorino da cui nasce la Risacca, invece, vengono raccolti con leggero anticipo, giusto per preservarne la naturale acidità. In fase di affinamento, viene lasciato riposare su fecce fini per due mesi. Una volta imbottigliato, il vino si presenta con belle tinte dorate. Al naso spuntano effluvi di nespola, timo e salvia, mentre in bocca un ampia spalla acida accompagna la degustazione a un finale lungo e sapido. Perfetto se stappato in accompagnamento ai frutti di mare.

I due Sauvignon, Calcare e Bianco del Coppo, rappresentano le IGT. Il Calcare, in particolare, è un vino di grande eleganza e complessità aromatica. Suadente color paglierino, è un'esplosione di profumi tra ananas, menta, basilico e zenzero. Al palato offre una piacevole sensazione minerale, risultando altresì sapido e fresco. Il Bianco del Coppo risulta più secco, ma spicca per equilibrio grazie a un connubio tra freschezza e morbidezza. Molto gradevole in chiusura, imprime in bocca note di pompelmo e salvia.

Non ultimi, segnaliamo i due spumanti realizzati con il Metodo Charmat, ossia attraverso la rifermentazione in un grande recipiente chiuso chiamato autoclave. C'è la versione Brut, ottenuta con uve Verdicchio, dal color verde oro. Al naso è inconfondibile la crosta di pane, oltre a sentori di pesca gialla e timo. Esuberante al palato, è eccellente per l'aperitivo. E poi la versione Dolce, prodotta con uve Moscato. paglierino con riverberi oro, Spuntano al naso note di frutta a polpa gialla e miele. Il sorso è tipicamente dolce, tenuto a freno da irrinunciabile sapidità e gradevole petillant.

Ludovico Paganelli

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